Danza come Passione, Rigore, Libertà e Socializzazione

Annalisa Pellegrino, ballerina e direttrice del Centro Studi Danza e Canto "Universe Dance", attraverso il racconto della vita quotidiana all'interno della scuola ci spiega perchè la danza è molto importante e formativa per la personalità di bambini e ragazzi...ma non solo!

Universe Dance si trova a Misterbianco in provincia di Catania

 D: Ciao Annalisa, raccontaci brevemente chi sei e come sei arrivata a diventare la direttrice di un’importante scuola di danza e canto.

Il ballo è stato sempre una grande passione. Ho iniziato a 5 anni a studiare danza classica e da quel momento il mio sogno è stato sempre quello di costruire il mio futuro sulla danza. A 12 anni mi sono appassionata di altre discipline continuando con la classica e studiando allo stesso tempo contemporanea e hip hop. Allora qui in Sicilia non si sapeva cosa fosse l’hip hop e studiavamo con insegnanti che venivano da Roma. In questo senso, in quegli anni abbiamo aperto una nuova strada qui in Sicilia (Giuseppe Massimino, oggi a capo dell’Acrobatic Universe è stato un pioniere dell’hip hop qui sull’isola). Continuavo a fare danza classica ma il mio “pallino” era diventato quello dell’hip hop e ad un certo punto per prendere un nuovo diploma sono entrata in una CREW (nella cultura hip hop la crew è un gruppo di persone che partecipa ad un progetto artistico e culturale legato alla danza, alla musica o al writing). Da lì la mia passione è stata un crescendo fatto di impegno ed emozioni e dopo qualche anno, nel 2005, sono riuscita a coronare il mio sogno fondando e diventando la direttrice della Universe Dance…dove naturalmente ho iniziato ad insegnare la mia passione, l’hip hop!
D: Oggi si parla tanto della “dipendenza” di bambini e ragazzi dal computer. In che modo la danza può aiutarli ad allontanarsi da monitor e tastiera?
Danza significa socializzazione, aggregazione. Si dovrebbe far capire ai ragazzi quanto sia importante passare qualche ora in sala facendo bene al corpo e anche alla mente, lontani dalla tecnologia. Si scambiano idee, ci si confronta, in qualche modo si conosce il mondo. Si impara a conoscere i propri limiti (e a superarli), a mettersi alla prova, a rispettare le regole della sala che poi sono quelle che da adulti ritroveranno nella società.

D: La tua lunga esperienza ti ha portato a conoscere tanti maestri di danza e tantissimi allievi. Quali sono i valori che secondo te un maestro può trasmettere ad un allievo insegnando danza?

L’educazione, il rispetto, la tenacia. Quando fai sport si presentano degli ostacoli di varia natura e danzare significa superare questi ostacoli con una visione vincente che poi ti riporti nella vita. La disciplina è una forma di educazione: insegnare ad essere puntuali, salutare, rispettare i compagni è un insegnamento da non sottovalutare e che ti resta per tutta la vita.

D: La Danza Classica è da sempre considerata la disciplina “regina” nel mondo della danza, anche, appunto, per i valori che trasmette a chi la pratica. Da che età un bambino può avvicinarsi allo studio di questa disciplina e quali sono gli insegnamenti (a livello personale) che ne può trarre chi la studia?

Si può iniziare in tenera età, intorno ai 4 anni. Prima di quell’età sarebbe un po’ azzardato perchè ancora “l’attenzione” non è tanto alta. Rispetto alle altre discipline è più rigida ma anche per questo ti forma di più a livello personale. Bisogna avere dedizione, se no molli. Le insegnanti di classica sono intransigenti ma devono anche essere dolci e accoglienti con i ragazzi. Noi a scuola abbiamo la fortuna di avere insegnanti tra le più preparate: Monica Arena, Simona Leonardi e Belinda Denaro. In sala, durante le loro lezioni, si trasmettono valori molto alti in termini di socializzazione, cultura, rigore. Gli allievi devono capire che la danza è passione e divertimento ma anche impegno e serietà. La danza classica poi ti dà fludità, plasticità, coordinazione, tecnica, movimento. E’ vero però che non tutti sono fatti per la danza classica perchè sono richieste doti fisiche che non sempre si hanno. Ma se un bambino o bambina parte da lì fa bene perchè, come risaputo, è la madre di qualsiasi tipo di danza. All’interno della scuola, la maestra Simona Leonardi si occupa proprio della formazione dei piccolini con le lezioni di propedeutica. Per i più piccoli la disciplina e la tecnica della danza vengono associate a momenti di “gioco” che rendono quelle ore di studio divertenti e piacevoli, anche in tenerissima età.

D: I ragazzi di oggi seguono spesso miti ed esempi non proprio “positivi”. Nel mondo della danza esiste una figura che tu suggeriresti ai più giovani come esempio da seguire?

Carla Fracci e Roberto Bolle rappresentano l’arte che diventa eccellenza mondiale grazie alla tenacia, alla passione e naturalmente alle doti fisiche e al talento. Ma anche esempi forti come Simona Atzori e Giusi Versace. I ragazzi devono capire che gli esempi da seguire sono quelli che insegnano a perseguire e realizzare i propri sogni con il lavoro duro, la passione vera e il sacrificio, senza che nessuno ti regali niente.

D: Una volta si faceva (erroneamente) differenza tra discipline “per femminucce” e discipline “per maschietti”. Semplificandola ancora: danza per le bambine e calcio per i bambini. Le cose per fortuna sono cambiate da qualche anno. Tu hai notato questa evoluzione negli anni? In che modo bambini e bambine si rapportano al mondo della danza e quali discipline scelgono maggiormente?

Una volta maschietto era uguale a calcio e arti marziale, credo per un discorso legato all’”occhio sociale”. Oggi i genitori hanno capito l’importanza della parità dei sessi (e dell’uguaglianza) anche all’interno della sala. Girando in tutta Italia vedo ancora differenze del genere solo nei paesini più chiusi in sè stessi. Oggi però sono gli stessi ragazzini che, magari ispirati dalla tv o dai social, vengono ad iscriversi a scuola e si appassionano. Oggi discipline come acrobatica, hip hop, contemporaneo, breaking, sono diventati addirittura più maschili che femminili. Ai tempi in cui io ho iniziato l’hip hop era prevalentemente femminile, ora la cosa si è invertita.

D: I genitori degli allievi sono figure molto importanti e presenti nel percorso formativo dei propri figli all’interno di una scuola di danza, ma a volte possono essere “ingombranti”. Vorresti suggerire ai genitori cosa fare e cosa non fare per rendere il percorso dei propri figli più sereno e produttivo?

Molto semplicemente: fate i genitori e lasciate fare gli insegnanti solo agli insegnanti. A volte il fatto di imporsi confondendo i ruoli, crea confusione anche nei bambini e mette in difficoltà gli insegnanti e noi direttori perchè diventa difficile accontentare i genitori senza stravolgere i programmi e le abitudini in sala. Tra l’altro un atteggiamento troppo invadente fa perdere di autorità ai docenti. Messaggio errato da trasmettere ai bambini: non ti preoccupare, fai ciò che vuoi. Hai le spalle coperte perchè da genitore posso “dare addosso” all’insegnante. La chiave vincente invece è il DIALOGO tra famiglie e corpo docente: produttivo, rispettoso, aperto all’ascolto reciproco.

D: Ma torniamo alle discipline. Da qualche anno in Italia e da pochissimo in Sicilia abbiamo assistito al boom di discipline “non classiche” come le discipline urbane. Ci spieghi cosa sono e perchè piacciono così tanto a bambini e ragazzi?

Le discipline urbane sono tutte quelle discipline che non rientrano negli schemi classici che quindi si basano sulla libertà di espressione delle persone. Nascono negli anni 80 per strada in America grazie a tutti quei ballerini che non potendosi permettere la scuola di danza hanno rivendicato il proprio diritto ad esprimersi attraverso una ribellione non violenta fatta appunto di movimento. Noi dal 2015 abbiamo pensato di dedicare un’intera area; l’Acrobatic Universe; a queste discipline per dare spazio ai nostri allievi desiderosi di superare i propri limiti e liberare il proprio corpo! Tra le discipline insegnate ci sono parkour, capoeira, acrobatica, breaking, hip hop … Piacciono tanto perchè servono a scaricare tensione in maniera sana, dinamica e divertente. I ragazzi si divertono tanto, abbandonano il pc e la vita statica e molti si tolgono dalla strada dove non fanno altro che annoiarsi. Questo è un merito che riconosco alla danza: serve ad alzare anche il livello sociale dei quartieri più disagiati. Tutti hanno il diritto di accedere alla danza e al canto (anche per questo a scuola facciamo una politica di prezzi che cerca di andare incontro alle esigenze delle famiglie dando però il massimo della qualità in sala).

D: Oggi anche genitori e nonni si divertono in sala da ballo. I balli di gruppo, ad esempio, sembravano un fenomeno passeggero più di 15 anni fa e invece sono ancora richiestissimi soprattutto dalle persone più avanti con l’età. Come ti spieghi questo successo? Che benefici portano a chi balla?

Balli di gruppo, soprattutto per la terza età, significano socializzazione, compagnia, un modo per fare fronte alla solitudine che spesso contraddistingue la vita degli anziani. Movimento, sorrisi ma soprattutto sabato sera passati in compagnia e non più da soli a casa: i più anziani tornano ad avere delle amicizie come quando erano giovani. Se ci penso questa cosa mi commuove: seppure sembri una cosa banale, quando offri agli anziani la possibilità di ballare gli stai offrendo una speranza, una prospettiva di vita fatta di allegria e non di solitudine e serate passate davanti alla tv. Poi la nostra insegnante di ballo liscio, nonchè mia madre, Nancy Longo, è una trainatrice nata. E’ il jolly della scuola, dove va mette allegria e divertimento!

D: Abbiamo notato che nutri grande stima e affetto per gli insegnanti di danza che lavorano nel tuo centro studi e per gli allievi che lo frequentano. Per salutarci vogliamo fare un piccolo gioco con te. In tre aggettivi definisci l’identikit dell’insegnante perfetto e dell’allievo perfetto. 

L’insegnante dev’essere Rigido quanto basta, Carismatico e un po’…Psicologo! L’allievo ideale è invece Ambizioso, Appassionato e Disciplinato.